Ansia e Futuro

Capita spesso di ritrovarsi a pensare al futuro e a come andranno, o a come dovrebbero andare, le cose e sentir crescere ansia e incertezze, dubbi e paure.

Come se il nostro sguardo si offuscasse, o inciampasse, perdendosi nella vastità paradossalmente soffocante del domani, come un mare che guardiamo dalla sponda.

E questo anche se il futuro lo desideriamo luminoso e positivo, ricco e calmo, e non vediamo l’ora di navigarlo quel mare.

Ma la sensazione di non poter mai, e fino in fondo, controllare rigidamente il futuro (o addirittura pianificarlo ossessivamente nei minimi dettagli), è spesso un peso psicologico che nessuna aspirazione o desiderio riesce del tutto a compensare, smuovere o spostare. E’ un mare troppo infinitamente vasto e mobile per noi.

Cosa ci porta a scontrare in noi cambiamento, crescita, futuro da una parte e controllo, difesa, rigidità dall’altro? La nostra paura ovviamente, che altro non è che l’ombra della nostra e ben più grande ignoranza, e ancor più profondamente della nostra umana finitezza e parzialità di fronte al tutto.

Come una barca zavorrata da scialuppe di salvataggio e ancore e che il vento o le correnti non riescono mai del tutto a far salpare: traballa sulle onde e a chiunque verrebbero nausea e mal di mare.

Guardiamo al mare del futuro e già abbiamo il mal di mare, o mal di futuro o ansia. E proprio perché quel mare non si farà mai del tutto contenere né nel nostro palmo, né nella nostra mente di singoli o di specie, né nelle nostre mappe, anche le più accurate.

Come qualcuno che cadendo in acque profonde si senta bloccare dalla paura e trascinare verso il fondo dalla propria rigidità, e provi fino allo spasimo e allo sfinimento a dibattersi ma con l’unico tremendo risultato di sentirsi affogare, a volte lottando col futuro affoghiamo nell’ansia.

Psicoterapia è anche impegnarsi per tornare a navigare, a leggere il vento e le stelle notturne dei desideri, senza subirli o perdersi, ad affrontare il mare senza che il peso di catene e zavorre ci piombi lasciandoci, contro ogni intuizione, proprio in balia del mal di futuro, della nausea psicologica che chiamiamo ansia.

Psicoterapia è anche come imparare la fluìdità del nuoto, lo stile che ci permette di incontrare il flusso e non subirlo o sentirlo tremendamente estraneo e nemico.

Certo occorre impegnarsi a non sfidare scioccamente il mare del futuro, né a temerlo bloccandosi, ma ad accoglierlo, una goccia alla volta, un refolo di vento (o anémos, anima) alla volta, un’onda alla volta, una bracciata alla volta.

Accoglierlo e farne innanzitutto una nostra esperienza, individualizzante, maturativa, evolutiva, metterci al mondo un giorno alla volta, proprio grazie a quella goccia di mare (quella goccia di futuro) che ogni mammifero ha trattenuto nel grembo e che ogni madre ha in sé per accogliere, crescere, nutrire la vita e il futuro.

“Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada.” – R.M.Rilke

Latest posts by Francesco Altei (see all)